Le Mascherine FFP2 senza Valvola sono Riutilizzabili? un approfondimento sulla cura e durata delle mascherine FFP2 senza valvole e con valvole.
La mascherina è divenuto ormai uno strumento che tutti noi conosciamo molto bene e abbiamo anche cominciato a capire quali sono le difficoltà di chi, per motivi professionali, è tenuto a doverla indossare per svariate ore.
Ne esistono di diversi modelli e ognuno ha diversi livelli di protezione in base al rischio al quale ci si potrebbe trovare esposti. Altre invece sono ideali per proteggersi non solo da malattie, virus e altri agenti patogeni, ma anche da polveri sottili e sostanze nocive come vernici o fumi tossici.
La prima ondata di contagi, durante la quale è stata imposta una quarantena obbligatoria nazionale h24, ha causato il rapido esaurimento di qualsiasi tipo di mascherina disponibile in commercio e per questo motivo, molti si sono posti il problema del riutilizzo delle mascherine e sono stati in tanti che hanno provato a lavarle, per poterle usare anche oltre il tempo consigliato per la sostituzione, ovviamente compromettendone l’efficacia.
L’istituto Superiore della Sanità ha recentemente stabilito che alcuni tipi di mascherine, come quelle chirurgiche per esempio, non è consigliabile il lavaggio, ricondizionamento o riutilizzo. Nel caso di queste ultime, è invece possibile l’uso prolungato.
Ma come funzionano le mascherine? E quali tipi esistono? Quali di questi sono riutilizzabili e quali?
Mascherine: a cosa servono?
La prima cosa da chiedersi è quale sia l’utilizzo da fare delle mascherine. In quali casi bisogna usarle?
Se usate in modo adeguato, la mascherina permette di limitare l’immissione nell’aria delle particelle invisibili attraverso le quali il SARS-COV-2 viene trasmesso.
Si tratta di un aerosol di dimensioni microscopiche che viene rilasciato nell’aria anche solo parlando o respirando e le dimensioni di una singola gocciolina può avere un diametro inferiore fino a 600 volte quello di un capello.
La mascherina da sola non basta a bloccare queste particelle, ma ne limita il raggio nel quale queste vengono sparse con colpi di tosse e starnuti, ecco perché è fondamentale indossarla, prestando comunque attenzione al distanziamento e all’igiene delle mani.
Questi tre accorgimenti, se seguiti con attenzione, garantiscono un’esposizione minima al contagio da Coronavirus.
Quali tipi di mascherine esistono?
In commercio esistono diversi tipi di mascherine ma purtroppo sono sempre più numerose le aziende che creano modelli alla moda, che in realtà non sono presidi medici chirurgici, quindi non riconosciuti ufficialmente come strumenti ideali per la protezione ottimale e che dovrebbe essere usati più come dei copri mascherina.
Tuttavia, questi modelli non ufficiali, poiché non studiati per un utilizzo sanitario, possono comunque risultare efficaci per uso personale. Inoltre rappresentano una soluzione a livello ambientale, visto che non si buttano e quindi non diventano rifiuti che inquinano, come sempre più spesso accade con le mascherine tradizionali. Vengono scelte da molti prevalentemente per la loro grande personalizzazione e possono perfino essere auto prodotte.
Forniscono una protezione adeguata, purché siano realizzate in materiale multistrato, sono molto più confortevoli delle mascherine di tipo medico ma hanno un potere filtrante nettamente inferiore.
Il loro riutilizzo è consigliabile solo dopo un lavaggio da effettuare dopo ogni utilizzo e avendo cura di sostituire i filtri di frequente.
Quelle che ufficialmente sono riconosciute come presidi medici sono le mascherine chirurgiche, le FFP1, FFP2 ed FFP3. Si differenziano in base alla loro capacità filtrante e possono essere con o senza valvola a eccezione di quelle chirurgiche.
La differenza tra una mascherina FFP2 con valvola e una senza Valvola è che la prima protegge solo chi la usa, mentre la seconda è in grado di proteggere sia l’utilizzatore che i soggetti esterni.
Che livello di protezione hanno le mascherine FFP2 senza valvola?
Le FFP2 hanno una capacità filtrante del 92% e possono essere monouso o riutilizzabili. Nel primo caso, si distinguono per la sigla NR, non riutilizzabili per l’appunto, o R, riutilizzabili.
Tuttavia, anche le mascherine riutilizzabili, lo sono fino a quando il loro stato fisico lo consente, quindi non devono essere usurate. Per esempio in seguito a lavaggi eccessivi.
Le FFP2 senza valvola riutilizzabili possono essere sanificate per il riutilizzo in diversi modi:
- con la sostituzione del filtro,
- rispettando il numero di ore stabilite dal produttore;
- con un lavaggio a 60° utilizzando un qualsiasi detergente.
Nel caso dei lavaggi bisogna prestare attenzione al numero massimo stabilito dai relativi produttori mascherine FFP2.
Aumentare l’efficacia delle mascherine FFP2 senza valvola
Indipendentemente dal tipo di mascherina, è possibile aumentarne l’efficacia e il livello di protezione.
Ovviamente non vuol dire che una mascherina FFP1 o FFP2 può raggiungere livelli di protezione e di filtraggio di una appartenente a una categoria superiore, ma che se ne può aumentare la durata, utilizzandola e maneggiandola seguendo alcuni piccoli consigli.
- Prima d’indossare la nostra mascherina FFP2 è bene effettuare un lavaggio o la disinfezione delle mani, per esempio utilizzando un gel igienizzante. Anche quando bisogna rimuoverla, è bene che le mani siano state precedentemente lavate o disinfettate.
- Si consiglia di non toccare mai nessuna parte della mascherina, eccetto che per gli elastici. Quello dovrebbe essere l’unica elemento a dover essere toccato per indossarla. Nel fare ciò, bisogna avere cura di coprire completamente bocca e naso.
- Non tutti lo sanno, ma le mascherine hanno un verso. Solitamente per le FFP2 è molto più facile identificarlo, grazie alla loro forma sagomata e alla posizione degli elastici, ma nel caso delle mascherine chirurgiche, il lato esterno è sempre quello colorato.
- Quando la mascherina è posizionata sul volto, non bisogna toccarla continuamente e nel caso in cui sia necessario riposizionarla, sarebbe ideale toccarla dalla parte esterna, senza che le dita vengano a contatto con quella interna.
- Per riporla, si potrebbe adottare l’uso di un piccolo contenitore apposito ed evitare di metterla in tasca e si poggiarla su superfici non igienizzate.